Tendinopatie: trattamenti efficaci e trattamenti da evitare

La tendinopatia (più comunemente chiamata tendinite o tendinosi) è il termine più adeguato per descrivere un dolore derivante da una struttura tendinea, sia esso acuto o cronico. I sintomi principali della tendinite (o tendinopatia) sono: dolore (spesso peggiore al risveglio) e difficoltà funzionale nell'eseguire gesti specifici.

Può colpire sia articolazioni dell'arto superiore che dell'arto inferiore. A seconda del tendine coinvolto le tendinopatie sono note con vari nomi:

  • tendinite d’achille;

  • fascite plantare;

  • jumper’s knee (tendinopatia rotulea);

  • trocanterite (sindrome latero trocanterica dell’anca);

  • pubalgia (tendinopatia degli adduttori, o tendinopatia dell’ileo psoas);

  • sindrome della cuffia dei rotatori (tendinopatia di spalla);

  • gomito del tennista (epicondilite): colpisce l'epicondilo laterale ed i muscoli dell'avambraccio;

  • gomito del golfista (epitrocleite o epicondilite mediale): colpisce l'epitroclea e spesso i muscoli flessori dell'avambraccio;

  • sindrome di De Quervain (tendinopatia del polso);

  • dito a scatto (tenosinovite stenosante).

Le tendinopatie possono esser provocate da un sovraccarico del tendine o da un suo eccessivo disuso (es. ingessatura). Il sovraccarico a sua volta può essere acuto (trauma) cronico (lavori ripetivi, gesti sportivi ripetuti, sollevamento pesi, postura scorrette).

Le cause della tendinite, o meglio le cause scatenanti le tendinopatie, sono ancora oggi poco comprese. Spesso i trattamenti proposti risultano essere inefficaci ed in alcuni casi addirittura dannosi alla risoluzione del problema. Cerchiamo ora di capire, seconda la scienza, quali sono i trattamenti da ricercare e quali quelli da evitare.

Trattamenti terapeutici da evitare nella gestione delle tendinopatie:

  • Riposo: il riposo contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è in generale sconsigliato nelle tendinopatie poiché può promuovere la degenarazione del tendine. Un’eccessiva riduzione di stress meccanico sul tendine può essere dannosa quanto un eccesso di stress meccanico. In quest’ottica è fondamentale educare correttamente il paziente ad una strategia di carico adeguata ed al mantenimento, laddove possibile, delle abitudini motorie.

  • Ipertermia (tecar terapia):terapia fisica che consiste nel trasmettere calore ai tessuti tramite l'uso di apparecchi elettro medicali. In Italia è nota con il nome commerciale di “tecar” o “tecar terapia”. Sebbene largamante usata (curiosamente quasi solo in Italia e Spagna), esistono ben pochi studi a sostegno della diatermia (a volta detta anche ipertermia) nella gestione delle tendinopatie. Data la mancanza di studi, e la mancanza di un razionale teorico valido al suo utilizzo, è sconsigliabile l’uso di tale terapia fisica nella gestione delle tendinopatie.

  • Ultrasuoni: essi sembrano avere un effetto negativo sui fasci di collagene, e potenzialmente provocare un effetto dannoso sul tendine e di conseguenza sul recupero funzionale.

  • Laser terapia: terapia che attualmente risulta essere molto controversa. Alcuni studi riferiscono che il laser non produca alcun effetto terapeutico, ed altri evidenziano un effetto positivo anche se molto limitato. Inoltre non c’è nessun accordo su quali siano i parametri ottimali di dosaggio. Non c’è consenso nel consigliare tale terapia fisica.

  • iniezioni di plasma arrichito (PRP): Le iniziezioni di PRP (platalet rich plasma) sono state dimostrate essere inefficaci in alcuni tipi di tendinopatie, come quella Achillea. Non c’è alcuna indicazione terapeutica al loro utilizzo nelle tendinopatie.

Trattamenti da considerare con limitata efficacia nella gestione delle tendinopatie:

  • Onde d’urto: questa terapia sembra avere una certa efficacia nelle tendinopatie nel ridurre il dolore nel breve periodo ma gli effetti scompaiono nel lungo periodo. Inoltre non c'è accordo su quali siano i dosaggi ottimali. Le onde d’urto sembrano essere più efficaci quando vengono usate in combinazione con l’esercizio terapeutico.

  • Cortisone: le iniziezioni di cortisone danno ottimi risultati nel breve termine, ma i benefici tendono a scomparire a medio e lungo termine. In alcuni casi queste iniezioni tendono far peggiorare i sintomi nel lungo termine. Si prendere in considerazione quando il dolore è così invalidante da non permette di iniziare un protocollo di esercizio efficace.

  • Ionoforesi: terapia fisica che veicola farmaci come cortisone e FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) attraverso l’induzione di una corrente elettrica. Anche questa terapia fisica, sebbene largamente usata, manca di studi di buona qualità che ne attestino l’efficacia. Come per le iniezioni di cortisone il loro effetto è principalmente a breve termine e non si mantiene a lungo nel tempo.

  • Stretching: contrariamente a quanto si creda, lo stretching produce scarsi miglioramenti ed in alcuni casi può addirittura peggiorare i sintomi quando esso viene fatto producendo compressione a livello del tendine

  • Terapia manuale: tecniche manuali come il massaggio trasverso profondo o frizioni intense possono provocare danni in tendini reattivi. Tali tecniche potrebbero essere utili su un tendine degenerato, tuttavia non ciò non è ancora stato dimostrato in studi di buona qualità.

  • Trattamento chirurgico: nelle tendinopatie più severe, se i sintomi durano oltre i 6 mesi potrebbe essere necessario valutare un approccio chirurgico. Questo scenario per fortuna è molto raro. Si rende necessaria quando, dopo aver fatto solitamente una risonanza magnetica, si individua una causa anatomica che giustifica il perseverare dei sintomi.

Trattamenti considerati efficaci da usare come prima scelta nella gestione delle tendinopatie:

  • Esercizio terapeutico: è il” gold standard” (ossia la terapia di riferimento) nella gestione delle tendinopatie. La letteratura è molto chiara nell’affermare che un tendine abbia bisogno di stress meccanico per ridurre il dolore e migliorare il suo stato anatomico. Esistono vari tipi di protocolli di esercizio terapeutico nella gestione delle tendinopatie: l'esercizio eccentrico, il heavy slow resistance training (esercizio lento ad alto carico) e l'esercizio isometrico.

  • Blood Flow restricion training (BFR): tale trattamento consiste nell’implementazione durante l’esercizio di bande occlusive che riducono il passaggio di sangue all’interno di uno o più arti. Sebbene inizialmente utilizzato per il recupero della forza e del trofismo muscolare, tale terapia, sta dando notevoli risultati anche nel trattamento delle tendinopatie come l’epicondilite o la tendinopatia rotulea o la sindrome femoro-rotulea. Tale trattamento sembra stimolare una notevole sintesi di collagene attraverso il rilascio di elevati picchi di ormone della crescita da parte del sistema nervoso centrale. Tale terapia potenzia gli effetti dell’esercizio terapeutico sopra citato.

  • Educazione: sembrerà scontato ma una corretta gestione di una tendinopatia, deve passare attraverso una fase di educazione della persona. E' importantante informare correttamente il paziente riguardo il decorso di una tendinopatia. Sarà utile spiegare quali siano i comportamenti corretti e quali siano quelli da evitare; quali siano i fattori prognostici e quali siano le strategie funzionali migliori da addottare.

Fonti:

  • https://www.physio-pedia.com/Tendinopathy#cite_note-john_j_wilson_md-35

  • J Orthop Sports Phys Ther. 2018 May;48(5):A1-A38. doi: 10.2519/jospt.2018.0302.

  • Immagine di Racool_studio su Freepik

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